La Nuova Sardegna, 26/8/2013 |
«L'asino – spiega la Cannas – avrà sempre la funzione di mediatore, di supporto e di facilitatore della relazione. Il palmare Alpaca colmerà invece la lacuna presente nella comunicazione con lo psicologo che si serve dell'onoterapia. Il paziente potrà comunicare la scelta dell'asino, le direzioni da prendere, gli stati d'animo, semplicemente sfogliando il dispositivo Alpaca e lasciando a casa i tomi cartacei ingombranti e fastidiosi specialmente quando si lavora con un animale così grande. Tutte le immagini utili nell'onoterapia sono state inserite in un piccolo dispositivo che il bambino o l'adulto potranno portare in tasca. E la comunicazione è agevolata, il soggetto si rende conto di entrare in sintonia, in simbiosi con gli altri e sta meglio».
Chi governa gli asini? «Naturalmente io. Sveglia alle 7, per dare il fieno e riempire i secchi per l'acqua, per due volte al giorno, poi gli incontri con i ragazzi e gli adulti in terapia, lavori di gruppo e tante passeggiate con gli asini, sono momenti di vero relax e interazione, i risultati si notano. E ci si sente utili alla società». Il percorso terapeutico è coinvolgente: la lentezza e la tranquillità dell'asino ben si adattano al bambino che rispetta i tempi del suo amico a quattro zampe.
«Le mani e il naso sono il canale principale per la conoscenza, nasce amicizia perché l'asino ha un olfatto sensibilissimo. Il bambino che usa spazzola e striglia si sente non solo utile ma capito e amato e si muove con maggior agilità. È entusiasmante osservare i momenti di crescita comunicativa, vedere il bambino o l'adulto – prima imbronciati – sorridere. È una autentica negoziazione quasi maieutica, avviene e se ne deve prendere atto. Nel rapporto fra l'asino e l'uomo man mano viene modulato anche il tono di voce del soggetto in terapia».
Tratto da: I migliori amici dei bimbi autistici? Gli asinelli sardi [articolo pubblicato sul quotidiano La Nuova Sardegna il 26/8/2013]
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