Il sole 24 ore, 18 giugno 2009, pag. 20. Guido Romeo
Sul fronte della lotta alla disabilità sta crescendo una nuova generazione di strumenti con dispotivi come Alpaca (Alternative Literacy with PDA and Augmentative Communication for Autism) e progetti come il Mwa (Mobile wireless accessibility) nato come progetto pilota dell'Ibm. Alpaca, sviluppato dalla cagliaritana Sardiniaweb di Raffaelangela Pani, e da qualche mese in commercio, trasforma un normale palmare in un vero e proprio sistema di comunicazione digitale portatile per bambini con disturbi pervasivi dello sviluppo come l'autismo.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa, ideata in Nord America nel 1965, oggi è utilizzata in tutto il mondo per facilitare la comunicazione e come ausilio alla formazione e strumento di riabilitazione, ma Alpaca raduna nel piccolo volume di un palmare una vasta rassegna di immagini come una mela o a verbi come "io voglio" tradizionalmente presentate su cartoncini. Ogni elemento è accessibile con touch screen e associato alla vocalizzazione (ad esempio "mela", oppure: "voglio la mela"). Il dispositivo è stato sperimentato con successo al Centro regionale per l'autismo dell'Azienda Ospedaliera Brotzu, a Cagliari, diretto dal Dottor Giuseppe Doneddu, grazie al quale è stata attuata una serie di modifiche migliorative; ora se ne studiano altre applicazioni. Ma il punto forte del dispositivo cagliaritano è il prezzo, 1.234 euro in base al tariffario di adozione delle Asl, contro i circa 8 mila dollari di quelli americani come il Dynamo della Dynavox, e un database di immagini relative agli oggetti italiani che rendono più immediata la comprensione.
In Spagna, José Juan Cañas Delgado e María José Rodríguez Fortiz dell'Università di Grenada stanno sperimentando Sc@ ut, un software che consente di portare su palmare le immagini create o scaricate sul pc per l'utilizzo da parte di psico- pedagoghi e logopedisti. Il software è ancora in fase precommerciale e gratuitamente scaricabile, ma gli spagnoli stanno valutando un modello di business in grado di sostenerne un ulteriore sviluppo.
Il progetto Mwa, nato come progetto pilota nel 2004, punta invece ad aiutare non-vedenti e ipo-vedenti, sia sul lavoro che nella vita quotidiana. Solo in Italia, l'Inail registra 350mila non vedenti e più di un milione e mezzo di persone con problemi di vista. Il progetto mira a concentrare nello stesso dispositivo mobile tutte le attività normalmente svolte sul tradizionale computer da scrivania e sul telefono cellulare. Il dispositivo scelto è un palmare, il Nokia E61i, che permette l'uso di uno strumento per la comunicazione aumentativa come lo screen reader Talks, e dei portal server WebSphere per il broadcasting delle pagine wap e xhtml e permette anche agli ipovedenti di accedere a tutto il materiale digitale di e-learning, dai documenti digitali ai Podcast.
Il lavoro intelligente sta anche arrivando al capezzale dei pazienti. Nei pressi di Bari, l'ospedale regionale Miulli ha varato una "cittadella della salute" nella quale un'infrastruttura wireless è diventata la chiave di volta per accedere a una nuova generazione di servizi in grado di accelerare il lavoro di medici e infermieri e garantire maggiore qualità di cura ai pazienti. La rete wireless, costituita da Ibm e Cisco Systems consente di tracciare il paziente in ogni suo spostamenti all'interno dei 16mila metri quadri del centro di cura e agli operatori di accedere in tempo reale ai dati più importanti delle cartelle cliniche che a termine dovrebbero diventare integralmente disponibili. Il sistema abilita a una serie di servizi innovativi che stanno già portando in corsia la videoconferenza e il videobroadcast per teleconsulti rapidi con altri specialisti, ma cambia anche la gestione della cura al letto del paziente e permette di localizzare i dispositivi medicali all'interno della struttura per migliorare la logistica e ridurre i tempi di attesa negli esami.
(fonte: pressin.comune.venezia.it anno I / n. 1409 - Il Sole 24 Ore del 18-06-2009)
giovedì 18 giugno 2009
mercoledì 17 giugno 2009
Storie Sociali Digitali
Sardiniaweb®, dalla convergenza tra Alpaca® e ScienzaFumetti®, sta realizzando un nuovo progetto: le Storie Sociali Digitali.
L’esigenza è quella espressa dagli operatori scolastici, ma anche dagli educatori e dagli insegnanti: creare un repertorio di storie sociali (in italiano) utili per migliorare l'interazione, specie all’interno del contesto classe.
[A SINISTRA: SALUTARE (Fabrizio Pani, 2009)]
Alcune tra le caratteristiche del progetto Storie Sociali Digitali saranno la semplicità dei messaggi, la vivacità dei prodotti multimediali, l'aderenza alle necessità reali e ai reali contesti in cui questo genere di storie si svolgono.
La tecnica per la creazione delle Storie Sociali Digitali è quella già impiegata da Sardiniaweb nel progetto scienzAfumetti: dai disegni si passa alle animazioni digitali cui successivamente vengono associate le voci narranti: quelle che nel fumetto sono espresse con i baloon e le onomatopee; oltre ai suoni, ai rumori e eventuali musiche di sottofondo.
I fruitori delle Storie Sociali Digitali prodotte da Sardiniaweb saranno: prevalentemente bambini e ragazzi affetti da patologie dello spettro autistico, in particolare quelli che nelle terapie riabilitative utilizzano la metodologia delle Storie Sociali allo scopo di acquisire o rafforzare le abilità sociali e di relazione di base; familiari dei bambini e dei ragazzi affetti da patologie dello spettro autistico, interessati a rafforzare le abilità sociali nell’interazione domestica e/o tra familiari; operatori della scuola, per i quali le Storie Sociali sopossono costituire un valido sostgno nelle situazioni tipiche del constesto classe.
[A DESTRA: MANGIARE (Fabrizio Pani, 2009)]
In base alle esigenze manifestate dagli operatori, dagli insegnanti e dai genitori sono state scelte alcune storie sociali da trasporre su supporto digitale per mezzo della tecnica del video fumetto.
Tra le pubblicazioni più significative in materia segnaliamo:
- "Storie sociali per l’autismo. Sviluppare le competenze interpersonali e le abilità sociali" di Caroline Smith (Erickson, 2006)
- "Il libro delle storie sociali. Ad uso delle persone con disturbi autistici per apprendere le abilità sociali" di Carol Gray (Vannini, 2004).
Per approfondire:
- Le storie sociali: cosa sono? (Paola Romitell)
- Social Stories ed il Profilo Cognitivo nella Sindrome di Asperger (Arturo Mona)
- Insegnare le abilità sociali (da un articolo di Kent Moreno, West Virginia Autism Training Center, USA)
L’esigenza è quella espressa dagli operatori scolastici, ma anche dagli educatori e dagli insegnanti: creare un repertorio di storie sociali (in italiano) utili per migliorare l'interazione, specie all’interno del contesto classe.
[A SINISTRA: SALUTARE (Fabrizio Pani, 2009)]
Alcune tra le caratteristiche del progetto Storie Sociali Digitali saranno la semplicità dei messaggi, la vivacità dei prodotti multimediali, l'aderenza alle necessità reali e ai reali contesti in cui questo genere di storie si svolgono.
La tecnica per la creazione delle Storie Sociali Digitali è quella già impiegata da Sardiniaweb nel progetto scienzAfumetti: dai disegni si passa alle animazioni digitali cui successivamente vengono associate le voci narranti: quelle che nel fumetto sono espresse con i baloon e le onomatopee; oltre ai suoni, ai rumori e eventuali musiche di sottofondo.
I fruitori delle Storie Sociali Digitali prodotte da Sardiniaweb saranno: prevalentemente bambini e ragazzi affetti da patologie dello spettro autistico, in particolare quelli che nelle terapie riabilitative utilizzano la metodologia delle Storie Sociali allo scopo di acquisire o rafforzare le abilità sociali e di relazione di base; familiari dei bambini e dei ragazzi affetti da patologie dello spettro autistico, interessati a rafforzare le abilità sociali nell’interazione domestica e/o tra familiari; operatori della scuola, per i quali le Storie Sociali sopossono costituire un valido sostgno nelle situazioni tipiche del constesto classe.
[A DESTRA: MANGIARE (Fabrizio Pani, 2009)]
In base alle esigenze manifestate dagli operatori, dagli insegnanti e dai genitori sono state scelte alcune storie sociali da trasporre su supporto digitale per mezzo della tecnica del video fumetto.
Tra le pubblicazioni più significative in materia segnaliamo:
- "Storie sociali per l’autismo. Sviluppare le competenze interpersonali e le abilità sociali" di Caroline Smith (Erickson, 2006)
- "Il libro delle storie sociali. Ad uso delle persone con disturbi autistici per apprendere le abilità sociali" di Carol Gray (Vannini, 2004).
Per approfondire:
- Le storie sociali: cosa sono? (Paola Romitell)
- Social Stories ed il Profilo Cognitivo nella Sindrome di Asperger (Arturo Mona)
- Insegnare le abilità sociali (da un articolo di Kent Moreno, West Virginia Autism Training Center, USA)
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